Voci che sono la mia. Come le storie ci cambiano la vita

In un capitolo del libro di Matteo Caccia i “Cari diari” conservati a Pieve nell’Archivio e nel museo

Raccontare serve. In ogni modo, in ogni sua forma.
C’è un luogo, un piccolo paese in provincia di Arezzo, nella Val Tiberina, che più di altri luoghi, paesi, città, è vocato al racconto. 

 

Matteo Caccia e l’Archivio dei diari si frequentano da anni. Molte delle storie conservate a Pieve sono diventati racconti radiofonici, molte volte Matteo è venuto a Pieve, ha calcato il palco dei diari, ha dato voce a un cassetto del museo, quello riservato ad Antonio Cocco. Nel suo libro dedica un intero capitolo ai suoi “Cari diari” raccontandone alcuni fra quelli che ogni visitatore può incontrare al Piccolo museo del diario: Sono quattro  stanze, alcune hanno dei grandi cassetti alle pareti, le apri e ci trovi pagine di diario e voci che leggono degli estratti, ma i totem di questo luogo sono due, il manoscritto di Vincenzo Rabito e il Lenzuolo di Clelia Marchi.
E ancora: L’Archivio dei diari rappresenta per me sempre un’esperienza mistica, un tempo sospeso dal mondo in cui Rabito, Marchi, Cocco, sono semplicemente Vincenzo, Clelia, Toni. 

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