Una domenica mattina mite, assolata, tranquilla Neri Marcorè è venuto a trovarci e si è lasciato trasportare dalle storie dell’Archivio di Pieve nelle sale del Piccolo museo del diario. Ha aperto ante e cassetti e sbirciato le vite di Luigi Re, Luisa, Margherita Ianelli, Orlando Orlandi Posti, Massimo Bartoletti Stella… Si è fermato, si è soffermato, ha letto le sintesi dei diari, ha fatto domande, ha voluto sapere. Si è fatto travolgere dall’irruenza narrativa di Vincenzo Rabito ed emozionare dalla potenza evocativa del Lenzuolo di Clelia Marchi. Ha accostato le nostre storie alle sue vicende personali regalandoci tasselli di memoria della sua infanzia marchigiana, in quell’atto di condivisione che scatta in chi comprende che questa raccolta di memorie ha a che fare anche con la propria storia di vita.
Scendendo “i sedici gradini” ha portato con sé alcuni degli abitanti di carta in forma di libro, come spesso accade a chi viene contaminato con i racconti del museo e vuole prolungare la magia dell’ascolto.
E poiché la memoria è un processo attivo, ha promesso di tornare, di parlarne, di dare voce a uno dei cassetti del museo. Sei sempre il benvenuto, Neri Marcorè, ti aspettiamo qua nel Palazzo di storie che ogni giorno si arricchisce di nuovi inquilini e di nuovi amici.